GKN

Le stime dicono che eravamo in 10 mila, forse meno, ma non importa.

È stato bello come ogni volta, è stato importante come ogni volta.

Stanno resistendo da quasi tre anni, io cerco di esserci quando posso, stavolta non potevo mancare.

Sono fatto così, a volte mi scende una lacrima. In questo momento del corteo ero più che emozionato.

La fabbrica dei sogni

La fabbrica dei sogni

di Valentina Baronti

Eccoci, in questi quasi tre anni questa vicenda ha significato molto per me anche se il mio contributo è stato insignificante.

Parliamo della GKN di Campi Bisenzio, azienda nella piana fiorentina che dal luglio del 2021 sta portando avanti una lotta disperata e piena di speranza al tempo stesso.

Da quando ci hanno licenziato invece, ho capito che se non si lotta insieme non si è niente e oggi non saprei immaginarla la vita senza di loro.

Questo breve romanzo di Valentina Baronti racconta le vicende di Agata, figlia di operai e contadini, che si ritrova da solidale a partecipare alla vita ed alle attività della fabbrica occupata.

Se fosse finito tutto quel giorno, lei sarebbe tornata l’inutile impiegata di sempre, con i suoi rapporti falsi, la passione politica dimenticata, la nostalgia per la bambina che era stata. Non sarebbe stata sconfitta solo la lotta più bella, pura, forte, collettiva, intelligente, ironica che lei avesse mai visto. Sarebbe stato sconfitto il sogno. E cos’è la vita senza il sogno?

Impossibile spiegare per me in poche parole cos’è questa storia operaia più bella degli ultimi anni, l’autrice ci porta all’interno della fabbrica, a stretto contatto con gli operai e ci fa respirare la loro stessa aria e ci fa vivere i loro stessi sogni, che poi sono anche i nostri, la loro speranza è la nostra.

Questa è la fabbrica: non solo la lotta per 500 posti di lavoro, ma una gigantesca presa di coscienza collettiva.

La solidarietà è la parola chiave. Agata non lavora in GKN ma si sente coinvolta come tutti gli altri.

Noi il lavoro ce l’abbiamo e a volte mi sembra quasi di approfittare della vostra forza. Perché noi siamo aggrappati a quella forza lì, per tanti di noi siete l’unica speranza per tentare di costruire un mondo più giusto. E questo non va bene, perché vi carichiamo di una responsabilità che non dovete portare sulle spalle proprio voi, che state lottando per la vostra vita.

Valentina ha fatto lo stesso percorso della sua Agata, ha partecipato alla vita della fabbrica e dopo la prima edizione del festival Working Class,organizzato dal consiglio di fabbrica con Alegre, ha deciso di raccontare questa storia. Ed io le sarò sempre grato per questo.

Al ritorno dal festival mi sono guardata indietro e ho capito che questi due personaggi che ho inventato per voi, forse avevano qualcosa di più da dire, forse avevano la forza di rappresentarla un po’ tutta questa mia generazione delusa e sfiduciata, questa solitudine. Così mi sono messa a sistemare gli appunti di questi due anni, le nostre lettere, i ricordi, i sogni. Perché questa storia, quella di una fabbrica che illumina la vita e crea speranza, in qualche modo va raccontata.

Giudizio 4/5 ★★★★