da L’orizzonte della notte /1

Ci eravamo divertiti e c’erano stati anche dei momenti di commozione in cui l’avevo amata o avevo pensato di amarla. Peraltro non sono sicuro che vi sia una grande differenza fra le due cose. In ogni caso, un’osservatrice attenta (anche un osservatore, ma gli uomini hanno in genere molto meno occhio per certe cose) avrebbe capito subito che non eravamo destinati a durare.

La vita e le sue scelte mi hanno sempre sgomentato; ho sempre preferito lasciare accadere le cose, percorrere l’esistenza in uno stato di parziale anestesia delle emozioni.

da L’orizzonte della notte di Gianrico Carofiglio

Rosy

Rosy

di Alessandra Carati

Per quanto sia un lettore di gialli/noir/thriller non sono un appassionato di cronaca nera. Questa storia, a suo tempo, non mi aveva interessato più di altre. L’ho riscoperta da poco, ascoltando il podcast Indagini di Stefano Nazzi. Appena è uscito questo libro mi ha incuriosito subito.

Si parla naturalmente della strage di Erba, dei terribili coniugi Rosa e Olindo, condannati all’ergastolo per quel plurimo, efferatissimo omicidio.

Perciò i miei appunti sono un tradimento. Non restituiscono la veridicità della sua voce, così confusa e disarticolata da essere a tratti indecifrabile. Colmo i vuoti, sistemo una memoria non mia e ancora adesso ripenso a quello che mi sono lasciata sfuggire.

L’autrice racconta dei lunghi e difficili incontri che ha avuto in carcere con Rosa Bazzi. Voleva capirne di più, ma Rosa è spiazzante. Questa però è solo la seconda parte di questo breve libro che si divora in un attimo.

Prima c’è la storia, la cronaca, il racconto della vicenda fatto con ampio uso dei documenti, delle trascrizioni, della testimonianza della psicologa che ha seguito Rosa e degli avvocati che hanno tentato l’impossibile.

«Non è difficile il processo in cui sospetti che il tuo assistito sia colpevole. Perché in fondo è una posizione comoda, se va male, hai una giustificazione: l’ha commesso, è stato lui. E dormi più tranquillo. Ma quando pensi che gli imputati siano innocenti e nonostante questo si trovano davanti a un giudice, ecco, vuol dire che tutto ha giocato contro di loro. C’è stata una combinazione di circostanze sfavorevoli che li ha portati in carcere, accusati di un crimine che non hanno commesso. Ero consapevole che sarebbe stato difficilissimo assisterli, al contempo sentivo di avere il dovere di farlo»

Ad un certo punto arriva la rabbia. Io ho una quasi totale sfiducia nei confronti della magistratura, della giustizia, delle forze dell’ordine, dei giornalisti. La rabbia arriva quando ti rendi conto che quei due sono palesemente innocenti, che sono rimasti coinvolti in qualcosa di infinitamente più grande di loro, che la giustizia è un’illusione se chi la cerca è cieco.

“quando si è per la strada della passione, è naturale che i più ciechi guidino”

L’autrice non prende posizione, si limita a presentare i fatti in maniera oggettiva e questo è un suo grandissimo merito. Sta al lettore farsi un’idea, ed io me la sono fatta.

Chi si appresta ad affrontare questo libro, prima dimentichi tutto quello che ha letto sui giornali o visto in televisione.

Bastano le trascrizioni di alcuni interrogatori o la dichiarazione di Rosa al processo per capire.

«Io e l’Olindo non siamo mai saliti, non abbiamo fatto niente. Serve ben poco forse adesso dirlo con tutte quelle dichiarazioni che ci hanno detto di dire (…) che ci hanno detto se non dicevo quello che avevo da dire, che sono state tutte scritte, non vedevo più l’Olindo. Per me è tutto Olindo, perché mi ha aiutato nei momenti difficili e mi sta aiutando ancora adesso. Loro avevano detto che mettevano su un furgone l’Olindo e non lo vedevo più. Io quel momento lì ho detto: “Ditemi cosa devo dire che lo dico però non portate via l’Olindo”(…) non siamo stati noi. (…) Chiedo solamente di non portarci via, di lontanarci l’uno dall’altro, basta.»

Giudizio 4/5 ★★★★

Underworld

Underworld

di Don Delillo

Confesso, ci sono riuscito solo perché ho ascoltato l’audiolibro. Oltretutto letto da una voce monotona e soporifera, come se non bastasse.

Cinquant’anni di vita profondamente americana. Si parte nel 1951 rincorrendo una palla da baseball, poi la si dimentica, riappare ogni tanto.

C’è un protagonista, forse, Nick Shay, che a volte narra in prima persona.

C’è dentro di tutto: baseball, rifiuti, graffiti, guerra fredda, armi atomiche, bombardieri dismessi, Cuba, Kazakistan, Russia, Italiani d’America, Bronx, Phoenix, sesso, swinger, jazz e mille altre cose.

In 886 pagine (o quasi 35 ore) manca solo una trama.

Però è di Don Delillo ed è scritto benissimo.

Giudizio 3/5 ★★★

Ironic

Oggi mi sono imbattuto in questa vecchia canzone di Alanis Morisette. Quando uscì nel ‘95 presi subito il suo CD ed ora questo brano è nel mio Mixone, ovvero nella mia chiavetta USB in compagnia di quasi altre 1.000 canzoni.

Riascoltandola oggi però mi sono reso conto che, come come quasi tutte le canzoni in inglese che mi piacciono, sarei in grado di cantarla più o meno a memoria a squarciagola, senza avere idea di cosa dica il testo. Anche per questo da anni ascolto quasi solo musica italiana.

Quindi ho cercato la traduzione.

Un vecchio compì 98 anni
Vinse alla lotteria e morì il giorno dopo
È una mosca nera nel tuo Chardonnay
È un assoluzione dalla pena di morte due minuti troppo tardi
È ironico, non credi?

È come la pioggia il giorno del tuo matrimonio
È un giro gratis quando hai già pagato
È il buon consiglio che non hai seguito
E chi ci avrebbe pensato, funziona


Mr.Gioco Sicuro aveva paura di volare
Fece la valigia diede il bacio d’addio ai suoi figli
Aspettò tutta la vita per prendere quel volo
E mentre l’aereo si stava per schiantare lui pensò
“bene non è perfetto”
ed è ironico, non credi?

È come la pioggia il giorno del tuo matrimonio
È un giro gratis quando hai già pagato
È il buon consiglio che non hai seguito
E chi ci avrebbe pensato, funziona

Beh la vita ha un bel modo di infierire su di te
Quando pensi che tutto è ok è tutto sta andando bene
E la vita ha un bel modo di aiutarti quando
Credi che tutto sia andato male e tutto ti scoppia sulla faccia

Ed è ironico, non credi?
Un pò troppo ironico, lo credo davvero

Un ingorgo quando sei già in ritardo
Un cartello “vietato fumare” durante la tua pausa sigaretta È come diecimila cucchiai quando tutto ciò di cui hai bisogno è un coltello
È conoscere l’uomo dei miei sogni
E dopo incontrare la sua bellissima moglie

È come la pioggia il giorno del tuo matrimonio
È un giro gratis quando hai già pagato
È il buon consiglio che non hai seguito
E chi ci avrebbe pensato, funziona

La vita ha un bel modo di infierire su di te
E la vita ha un bel modo di aiutarti.
Di aiutarti

@ Alanis Morisette

Soffrire non è utile

Non c’è
Notifica che ti salvi
Quando niente ti fa stare bene
Non c’è
Nessuno che ti ascolti
Quando il giorno sembra rallentare

C’è il sospetto
Che forse
Star male
Ti conviene
Che forse
Star male
Ti conviene

Soffrire non è utile
Lo scriverò sui borderaux
Ma a volte consola
Rovinarsi il fegato

Soffrire non è utile
Lo scriverò sui borderaux
Ma a volte consola
Sentirsi scemi a piangere

@ Gazebo Penguins