Burraco

Abbiamo iniziato a giocare a Burraco qualche anno fa, con dei vicini di casa, mariti contro mogli, all’inizio anche con regole inventate. Giocavamo una volta ogni 2 o 3 mesi ed era più una scusa per stare a chiacchiere e bersi un GinTonic.

Da quando abito ad Arezzo, 8 mesi oramai, giochiamo in due (è un altro sport) per passare qualche serata diversa e bersi un whisky o un amaro.

Ieri per la prima volta abbiamo partecipato ad un torneo. Zero aspettative, non avevamo mai giocato in coppia, abbiamo anche dovuto chiedere spiegazioni su qualche regola, 34 coppie partecipanti, convinti di arrivare tra gli ultimi.

Quasi tutte donne, età media naturalmente abbastanza alta, ma non eravamo i più giovani. Forse nessuno alla prima esperienza come noi, molti iscritti ai vari circoli cittadini di Burraco, qualcuno che ha partecipato a vari campionati nazionali, qualcuno che si è fatto anche 40/50 km e non 800 metri in bicicletta come noi.

Sarà stata la fortuna del principiante, ma abbiamo vinto. Alla fine ci siamo vergognati anche un po’.

Febbre a 90′

Febbre a 90′

di Nick Hornby

Gli ossessionati non hanno scelta; in occasioni come queste devono mentire. Se dicessimo sempre la verità, non riusciremmo a mantenere rapporti con chi vive nel mondo reale.

Avevo già letto tutti gli altri romanzi di Hornby dieci/quindici anni fa, mi erano piaciuti molto, ma avevo tralasciato questo, l’argomento non mi interessava molto, e forse avevo fatto bene.

La preoccupante verità è questa: per buona parte di una giornata qualsiasi, io sono un rimbambito.

Romanzo autobiografico e monotematico, si parla quasi esclusivamente dell’ossessione dell’autore per il calcio, anzi per l’Arsenal, una delle squadre di Londra.

Non vorrei insinuare che la contemplazione del calcio in se stessa sia un uso improprio dell’immaginazione. […] Niente di tutto ciò è pensiero, nel vero senso della parola. Non implica alcuna analisi o consapevolezza, né alcun rigore mentale, perché agli ossessionati è negata qualunque prospettiva sulla loro passione.

Qualche pagina divertente e qualche riflessione interessante, per il resto abbastanza noioso.

Ma cos’altro possiamo fare quando siamo così deboli? Investiamo ore ogni giorno, mesi ogni anno, anni ogni vita in qualcosa su cui non abbiamo alcun controllo; c’è dunque da meravigliarsi se ci riduciamo a creare liturgie ingegnose e bizzarre che ci diano l’illusione di essere potenti, come ha fatto qualsiasi altra comunità primitiva quando si è trovata ad affrontare un mistero profondo e apparentemente impenetrabile?

Dato che l’Arsenal è l’ossessione di Hornby e la squadra del cuore di Cormoran Strike e di Joe Strummer, d’ora in avanti potrò dire che nel campionato inglese anch’io faccio il tifo per i biancorossi di Londra. Per quanto seguo il calcio me ne dimenticherò prima dell’inizio del prossimo campionato.

Febbre a 90′ è il tentativo di acquisire un qualche punto di vista sulla mia ossessione.

Giudizio 2/5 ★★

da L’orizzonte della notte /4

Perché ci capita di chiamare ragazzi tipi di mezza età, sovrappeso e con i capelli grigi? Sindrome di Peter Pan per procura? Tentativo di negare il trascorrere del tempo, fenomeno piuttosto diffuso fra boomer e generazione X? O solo sciatteria linguistica senza una particolare motivazione psicologica?

da L’orizzonte della notte di Gianrico Carofiglio

Io nel frattempo da X-Gen sono diventato un signore con gli occhiali e la barba bianca.

da La ricetta del cuore in subbuglio /2

C’è sempre un inizio, anche se è impossibile riconoscerlo mentre si vive. Solo dopo. L’inizio lo si scopre sempre alla fine. Tutto cominciò quella sera che per caso ci incontrammo al bar… Tutto ebbe inizio con quella telefonata, in una mattina di ottobre… Iniziò tutto con un piccolo dolore qui, alla bocca dello stomaco… Sono inizi postumi, rintracciati a ritroso sul dorso della memoria, quando si cerca di indovinare un significato nascosto nelle pieghe della vita.

In genere si va alla ricerca dell’inizio quando si è alla fine. O quando qualcosa sta per imprimere una profonda deviazione alla via maestra che quell’inizio aveva segnato.

da La ricetta del cuore in subbuglio di Viola Ardone