L’orizzonte della notte

L’orizzonte della notte

di Gianrico Carofiglio

Avrei voluto scrivere una bella recensione di questo romanzo, ma per me è veramente troppo difficile ed ho anche perso il momento giusto dato che l’ho finito da un mese e mezzo.

La prima cosa che ho pensato dopo le prime pagine è stata: ma dove si era nascosto Carofiglio per tutti questi anni?

Avevo letto Una mutevole verità qualcosa come 8 anni fa e non avevo mai affrontato l’avvocato Guerrieri. Perché? Forse perché sono un po’ allergico agli scrittori famosi che leggono tutti, li sento poco miei.

Ho sempre pensato che i romanzi di Carofiglio fossero dei gialli leggeri come mille altri e come mille altri che già leggo e non si può leggere tutto.

A quanto pare mi stavo sbagliando. Non so come siano le precedenti avventure di Guido Guerrieri, ma questo è tutto tranne che un romanzetto leggero.

Il tempo che passa, la giustizia, l’amore perduto, i rimpianti e tanta psicanalisi junghiana. La vicenda che deve affrontare professionalmente è in secondo piano, forse per questo non è stato apprezzato dai suoi lettori come altri romanzi. Non so cosa dire e non so cosa mi sono perso, recupererò il tempo perduto.

Intanto continuo a pubblicare le citazioni che mi hanno fatto più riflettere.

E se Carofiglio lo leggono tutti forse un buon motivo c’è.

Giudizio 5/5 ★★★★★

Burraco

Abbiamo iniziato a giocare a Burraco qualche anno fa, con dei vicini di casa, mariti contro mogli, all’inizio anche con regole inventate. Giocavamo una volta ogni 2 o 3 mesi ed era più una scusa per stare a chiacchiere e bersi un GinTonic.

Da quando abito ad Arezzo, 8 mesi oramai, giochiamo in due (è un altro sport) per passare qualche serata diversa e bersi un whisky o un amaro.

Ieri per la prima volta abbiamo partecipato ad un torneo. Zero aspettative, non avevamo mai giocato in coppia, abbiamo anche dovuto chiedere spiegazioni su qualche regola, 34 coppie partecipanti, convinti di arrivare tra gli ultimi.

Quasi tutte donne, età media naturalmente abbastanza alta, ma non eravamo i più giovani. Forse nessuno alla prima esperienza come noi, molti iscritti ai vari circoli cittadini di Burraco, qualcuno che ha partecipato a vari campionati nazionali, qualcuno che si è fatto anche 40/50 km e non 800 metri in bicicletta come noi.

Sarà stata la fortuna del principiante, ma abbiamo vinto. Alla fine ci siamo vergognati anche un po’.